Anche il sonno influisce sul rischio di sindrome metabolica

Anche il sonno influisce sul rischio di sindrome metabolica

Poche ore di sonno risultano associate alla comparsa di sindrome metabolica, fattore di rischio per l'obesità, l'ipertensione, l'iperglicemia e l'aumento dei grassi nel sangue.

 

Infatti il sonno influisce anche sul rischio di sindrome metabolica.
Fra i rischi del dormire troppo o troppo poco sembra esserci anche la comparsa della sindrome metabolica o di alcune delle due componenti: obesità addominale, ipertensione, trigliceridi alti, basso colesterolo Hdl e glicemia sopra 110 (includendo anche il diabete). Tutti legati riduzione o eccessi delle ore di sonno: meno di sei o più di dieci ore a notte. A questa conclusione è arrivata una ricerca pubblicata sulla rivista Bmc Public Health e condotta su un campione di 133.608 uomini e donne adulti.

 

I ricercatori dell’Università di Seul hanno constatato che, a confronto con gli individui che dormivano 6-7 ore al giorno, gli uomini che dormivano meno di sei ore più facilmente presentavano la sindrome metabolica e una più alta circonferenza addominale. Quanto alle donne con la stessa riduzione del sonno, più spesso presentavano soltanto un girovita più ampio, considerato un parametro utile a valutare il rischio cardiovascolare (la misura ideale del punto vita per la donna è al massimo di 80 e di un uomo 102 centimetri). Ma anche il sonno prolungato quotidiano sembra sortire effetti: il dormire più di dieci ore al giorno risultava associato con la sindrome metabolica, una più alta circonferenza vita e più alti livelli di trigliceridi negli uomini. Nelle donne gli stessi effetti: più zucchero nel sangue e meno colesterolo buono.